Come smaltire rifiuti RAEE aziendali?

Come smaltire rifiuti RAEE aziendali?

I RAEE aziendali, o professionali, sono Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, inclusi componenti, sottoinsiemi e materiali che ne costituiscono parte integrante, di cui ci si vuole disfare perché guaste, inutilizzate o obsolete, provenienti da attività amministrative ed economiche la cui fornitura è quantitativamente importante o le cui caratteristiche suggeriscono un uso esclusivamente professionale e non domestico.

La corretta gestione dei RAEE aziendali è essenziale per ridurre l’impronta ecologica dell’impresa e tutelare l’ambiente e la salute pubblica. Quando questi rifiuti vengono gettati in discarica, le sostanze pericolose contenute al loro interno possono penetrare nel terreno e contaminare le acque sotterranee, causando gravi danni all’ambiente. Inoltre, se sottoposti a combustione, possono rilasciare gas tossici nell’aria, rappresentando un rischio per la salute umana.

Il processo di smaltimento segue, di norma, una filiera molto simile a quanto previsto dalla legge per i privati cittadini. Vediamo come smaltire rifiuti RAEE aziendali nel rispetto della normativa vigente e quali sono le responsabilità in capo all’impresa.

1. Raccolta e separazione dei rifiuti in azienda

Tutte le aziende si servono di una grande quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche (computer, monitor, fotocopiatrici, scanner e altri strumenti di lavoro, ma anche climatizzatori, piccoli frigoriferi messi a disposizione dei dipendenti e macchine per il caffè) che, per loro natura, diventano rapidamente obsoleti e necessitano di essere sostituiti con una certa regolarità.

Un’azienda che impiega decine di dipendenti si trova inevitabilmente a dover smaltire ogni anno un numero considerevole di apparecchiature elettriche ed elettroniche, producendo in questo modo una grande quantità di RAEE aziendali, il cui smaltimento deve essere rigorosamente tracciabile, pena il rischio di incorrere in sanzioni.

Le imprese che producono RAEE aziendali sono chiamate, in prima battuta, a separare i rifiuti pericolosi da quelli non pericolosi: un’operazione essenziale perché è da essa che dipende la corretta gestione del rifiuto da parte degli operatori incaricati, dalla raccolta fino al conferimento presso l’impianto di destinazione finale.

I RAEE aziendali pericolosi sono quelli che contengono sostanze pericolose, indipendentemente dalla loro concentrazione. Appartengono a questa categoria di rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche contenenti componenti quali accumulatori, batterie, tubi catodici, vetri radioattivi o commutatori a mercurio.

Il D. Lgs. n. 185/2007, aggiornato dal DM n. 40/2023, suddivide i RAEE in raggruppamenti per facilitare le successive operazioni di logistica e trattamento. Queste sono le cinque categorie di RAEE:

  • Raggruppamento 1 (R1) – Freddo e clima.
  • Raggruppamento 2 (R2) – Altri grandi bianchi.
  • Raggruppamento 3 (R3) – TV e monitor.
  • Raggruppamento 4 (R4) – IT e Consumer electronics, apparecchi di illuminazione (privati delle sorgenti luminose), PED (attrezzature a pressione) e altro.
  • Raggruppamento 5 (R5) – Sorgenti luminose.

La differenziazione in raggruppamenti, però, non è una responsabilità in capo all’impresa che vuole disfarsi dei RAEE aziendali, bensì degli operatori incaricati del ritiro e del trasporto nei centri di raccolta preliminari, prima che i rifiuti vengano conferiti presso gli impianti di destinazione finale per il recupero o lo smaltimento definitivo.

L’azienda, dunque, una volta appurato se si tratta di RAEE pericolosi o non pericolosi, facendo attenzione a tenerli separati gli uni dagli altri, deve procedere alla classificazione dei rifiuti, all’attribuzione del codice desunto dal Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) e a mettersi in contatto con un fornitore di servizi di gestione rifiuti autorizzato.

2. Ricerca di un’azienda autorizzata

I responsabili della gestione dei RAEE aziendali, di norma, sono i produttori originari delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche di cui l’ente o l’impresa vuole disfarsi, per quanto riguarda tutte le fasi del processo di smaltimento, inclusi il ritiro e il trasporto presso i centri di trattamento autorizzati.

I produttori possono occuparsi di queste attività personalmente, attivando un sistema individuale oppure aderendo a un Sistema Collettivo. Attraverso i Sistemi Collettivi, anche detti Consorzi, i produttori possono assolvere agli obblighi di finanziamento delle operazioni di raccolta, trattamento, recupero e smaltimento dei RAEE.

In alternativa, possono delegare lo svolgimento di tali operazioni ai distributori, ovvero persone fisiche o giuridiche iscritte al Registro delle Imprese che rendono disponibile sul mercato un’apparecchiatura elettrica o elettronica, o ad enti terzi, a patto che ricevano l’incarico formale dal produttore delle apparecchiature da smaltire.

Distributori o aziende autorizzate a svolgere queste operazioni per conto del produttore dell’AEE di cui l’impresa vuole disfarsi devono necessariamente essere iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali e sono chiamati a conferire i RAEE presso i centri di trattamento indicati dal produttore o dal Sistema Collettivo di riferimento.

Se il RAEE aziendale è assimilabile ai RAEE domestici, per disfarsene è possibile consegnarlo al distributore al momento dell’acquisto di un’apparecchiatura nuova che svolga una funzione equivalente oppure conferirlo nell’ambito della raccolta differenziata RAEE domestici attivata dai produttori tramite Sistema Collettivo.

3. Compilazione della documentazione

Distributori e aziende autorizzate alla gestione dei RAEE professionali, che possiedono la delega del produttore dell’AEE da smaltire, al momento dei ritiro del rifiuto sono tenuti a compilare una serie di documenti.

I RAEE devono essere accompagnati da un documento di trasporto numerato che non deve essere vidimato e che deve contenere le seguenti informazioni:

  • numero e data;
  • numero schedario;
  • tipologia di RAEE gestiti e tipologia di RAEE ritirato;
  • dati del distributore (codice fiscale, estremi comunicazione all’Albo, comune, indirizzo, ubicazione esercizio e luogo di raggruppamento se esistente);
  • dati del trasportatore (targa automezzi, codice fiscale, estremi comunicazione all’Albo Gestori Ambientali);
  • nel caso di ritiro a domicilio, va indicato il nominativo e indirizzo del cliente;
  • destinatario (indicando il nominativo del responsabile Centro di Raccolta/impianto autorizzato e relativi estremi autorizzativi);
  • eventuali annotazioni;
  • caratteristiche del rifiuto (tipologia di AEE ritirata [descrizione], CER, n° di pezzi ritirati per tipologia);
  • firme (trasportatore, distributore, destinatario e in caso di ritiro a domicilio deve firmare anche l’utente).

Il documento di trasporto serve per:

  • il tragitto dal domicilio dell’utente professionale presso il quale viene effettuato il ritiro all’impianto autorizzato indicato dal produttore di AEE professionali o al luogo dove è effettuato il raggruppamento dei RAEE;
  • il tragitto dal luogo dove è effettuato il raggruppamento all’impianto autorizzato;
  • il tragitto dal punto di vendita al luogo dove è effettuato il raggruppamento, nel caso in cui il luogo di raggruppamento sia diverso dai locali del punto di vendita.

All’atto di ritiro dei RAEE aziendali, deve essere compilato anche uno schedario numerato progressivamente e conforme alle disposizioni del DM n. 65/2010, un documento che non deve essere vidimato e che deve contenere le seguenti informazioni:

  • dati del distributore;
  • ubicazione del punto vendita (indicato nell’iscrizione all’Albo Gestori Ambientali);
  • eventuale altro luogo di raggruppamento (indicato nell’iscrizione all’Albo Gestori Ambientali);
  • tipologia di RAEE gestiti e tipologia di RAEE ritirato;
  • estremi del cittadino che conferisce;
  • nel caso di trasferimento al luogo di raggruppamento diverso dal punto vendita: data e ora di trasporto;
  • estremi del documento di trasporto.

La legge prevede che lo schedario venga conservato per tre anni dalla data dell’ultima registrazione. Inoltre, schedario e documento di trasporto devono sempre essere custoditi insieme.

4. Ritiro dei rifiuti RAEE

Affinché il ritiro dei rifiuti RAEE venga eseguito nel modo corretto e nel rispetto nella normativa vigente, le imprese che decidono di disfarsi di un’apparecchiatura elettrica o elettronica, devono preliminarmente verificare se i RAEE da smaltire, pur provenendo da un’attività commerciale, industriale, istituzionale o di altro tipo, siano assimilabili, per natura e quantità, ai RAEE originati dai nuclei domestici. È il caso, per esempio, dei telefoni cellulari e dei PC portatili.

Se il RAEE da dismettere può essere qualificato come analogo ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche domestici, l’azienda può:

  • consegnare il RAEE al distributore al momento dell’acquisto di una nuova apparecchiatura che svolge una funzione equivalente a quella da smaltire;
  • consegnare il RAEE al distributore nell’ambito della raccolta differenziata RAEE domestici attivata dai produttori tramite Sistema Collettivo.

Nel caso in cui non vi sia alcun dubbio che il RAEE possa essere qualificato come RAEE professionale, l’azienda può scegliere tra due opzioni che prevedono modalità di ritiro diverse a seconda che l’apparecchiatura sia stata immessa sul mercato prima o dopo il 31 dicembre 2010.

Se l’AEE è stata immessa sul mercato prima del 31 dicembre 2010, si parla di RAEE professionale storico. In questo caso, il ritiro e tutti gli oneri di smaltimento sono a carico:

  • dell’impresa detentrice del RAEE professionale, secondo le procedure previste per tutti i rifiuti speciali;
  • del produttore, solo nel caso in cui, all’atto di vendita di un’apparecchiatura nuova, egli ritiri un’apparecchiatura vecchia che svolge una funzione equivalente a quella venduta (limite di peso fino a due volte quella consegnata).

Se, invece, l’AEE è stata immessa sul mercato dopo il 31 dicembre 2010, si parla di RAEE professionale nuovo. In questo caso, il ritiro e tutti gli oneri di smaltimento sono a carico del produttore.

Spetta a quest’ultimo il compito di avviare il processo di trattamento e recupero, anche quando fornisce una nuova apparecchiatura in sostituzione. Come già detto, può assolvere alle obbligazioni di legge individualmente o attraverso l’adesione ad un Sistema Collettivo oppure delegando tali attività ai distributori di AEE o ad enti terzi autorizzati nell’ambito dell’organizzazione del sistema di raccolta.

Una volta ritirati, i RAEE aziendali vengono conferiti nei centri di raccolta. Qui vengono divisi in categorie dagli operatori incaricati, secondo i cinque raggruppamenti individuati dal D. Lgs. n. 185/2007, aggiornato dal DM n. 40/2023.

La suddivisione viene effettuata sulla base del trattamento a cui devono essere sottoposti, degli strumenti che devono essere impiegati per trattarli e delle competenze che gli operatori dei centri di raccolta devono possedere per condurre le procedure previste in totale sicurezza ed efficienza.

I luoghi di raggruppamento devono possedere precise caratteristiche. Nello specifico, devono essere:

  • pavimentati;
  • non accessibili da parte di estranei;
  • protetti dall’azione aggressiva degli agenti ambientali con mezzi di copertura anche mobili;
  • idonei a mantenere i RAEE aziendali nello stato in cui sono stati conferiti, senza manomissioni, evitare la fuoriuscita di sostanze pericolose contenute al loro interno, tenere separati i rifiuti pericolosi da quelli non pericolosi.

Nei centri di raccolta, che devono essere appositamente attrezzati, i RAEE vengono smontati e divisi in categorie in base ai componenti presenti al loro interno. Questa fase di smontaggio è essenziale per permettere ai materiali preziosi contenuti al loro interno di essere recuperati e riciclati in modo efficiente.

Dai centri di raccolta preliminari, i RAEE vengono successivamente conferiti presso gli impianti di destinazione finale per il recupero o lo smaltimento definitivo.

Negli impianti di riciclaggio, i RAEE vengono sottoposti a un processo di lavorazione che consente il recupero di materiali preziosi quali plastica, rame, piombo, acciaio, alluminio, oro e argento. Questi vengono poi venduti ai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche che li utilizzano per produrre nuovi prodotti.

I RAEE che non possono essere recuperati e i rifiuti rimanenti dopo le operazioni di riciclaggio vengono conferiti presso impianti di smaltimento autorizzati. I RAEE non riciclabili vengono trasferiti in discariche specializzate, dove vengono sottoposti a specifiche procedure di smaltimento per ridurre al minimo l’impatto ambientale.

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Possiamo contare sul supporto di una manodopera specializzata, un’attrezzatura all’avanguardia e un ampio parco mezzi. Dalla raccolta allo stoccaggio, fino al conferimento dei rifiuti presso gli impianti di destinazione finale per il riciclo o lo smaltimento definitivo, supportiamo piccole, medie e grandi imprese nella gestione dei RAEE in piena sicurezza e trasparenza.

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