Qual è la differenza tra eternit e amianto?

Nel contesto della sicurezza edilizia, eternit e amianto sono termini spesso al centro del dibattito. Sebbene usati in modo intercambiabile a causa delle loro proprietà e caratteristiche, indicano due materiali sostanzialmente diversi.

Scopriamo qual è la differenza tra eternit e amianto, tenendo a mente che i pericoli per la salute pubblica e l’ambiente meritano un’attenzione particolare e non devono essere sottovalutati in entrambi i casi.

Eternit

L’eternit è un capitolo importante nella storia dei materiali da costruzione, essendo stato per molto tempo una scelta prevalente in ambito edilizio per le sue caratteristiche di durabilità e resistenza.

È un materiale molto compatto costituito da amianto legato ad una matrice di cemento, il cui nome deriva dall’azienda belga Etex, che per prima sviluppò e brevettò questo composito agli inizi del ventesimo secolo, registrandone il marchio.

L’essenza dell’eternit risiede nella sua composizione: una combinazione di amianto e cemento, in cui l’amianto conferisce flessibilità e resistenza meccanica, mentre il cemento assicura compattezza e robustezza.

Il risultato di questa combinazione chimica è un materiale che ha trovato ampia applicazione nella produzione di coperture, rivestimenti e altri elementi strutturali per la sua capacità di resistere all’azione aggressiva degli agenti atmosferici e al passare del tempo.

Nonostante la sua popolarità e le sue indiscusse proprietà tecniche e tecnologiche, l’eternit ha sollevato preoccupazioni crescenti riguardo ai suoi effetti sulla salute umana e l’ambiente, dovute alla presenza di amianto nella sua composizione.

Queste preoccupazioni hanno portato a una revisione critica dell’uso dell’eternit nell’edilizia moderna, soprattutto dopo che gli studi hanno evidenziato i rischi associati all’inalazione delle fibre di amianto, capaci di causare gravi malattie respiratorie.

Amianto

L’amianto, conosciuto anche come asbesto, è un minerale appartenente alla famiglia dei silicati che si distingue per la sua struttura microcristallina e la sua consistenza friabile. È formato da fibre molto sottili che si sviluppano longitudinalmente e che non sono visibili ad occhio nudo.

Estratto da siti e giacimenti naturali, l’amianto può essere di diverse tipologie a seconda della struttura cristallina presente al suo interno, ciascuna caratterizzata da specifiche proprietà fisiche, quali colore e morfologia dei cristalli.

Nel corso del Novecento, ha trovato largo impiego in diversi settori industriali e nell’edilizia, grazie alla sua flessibilità e resistenza (non solo alle sollecitazioni di tipo termico e meccanico, ma anche all’usura e all’abrasione), oltre che alle sue eccezionali capacità ignifughe e di isolamento termico e acustico.

La differenza tra eternit e amianto risiede sostanzialmente nella natura e nella composizione dei due materiali. Mentre l’amianto è un minerale naturale, l’eternit è un prodotto artificiale, risultato della combinazione dell’amianto con il cemento, che ne aumenta la compattezza e la robustezza senza comprometterne la flessibilità.

Nonostante le sue molteplici applicazioni, l’amianto si è rivelato altamente nocivo per la salute umana. A seguito dell’inalazione delle sue microscopiche fibre, infatti, può causare gravi patologie, come mesotelioma, asbestosi, cancro ai polmoni, della pleura o del peritoneo, che possono manifestarsi anche molto tempo dopo il contatto.

Queste evidenze hanno portato all’emanazione di normative severe, in vigore tutt’oggi. In Italia, la legge n. 257 del 1992 ha vietato la commercializzazione e l’uso dell’amianto e dei manufatti contenenti amianto (come l’eternit), imponendo obblighi stringenti per la gestione dei siti contaminati.

Negli anni, la normativa ha subito numerose modifiche, che hanno irrigidito le pratiche di rimozione, trasporto e smaltimento dell’amianto, al fine di minimizzare i rischi per la salute umana e l’ambiente.

Tutto questo però non è stato accompagnato da un piano di demolizione degli edifici a rischio, tanto che l’amianto è tutt’ora presente sul nostro territorio, con decine di migliaia di siti da bonificare, tra edifici pubblici e privati, in attesa che qualche impresa edile abbatta a proprie spese le strutture contaminate per costruirne di nuove.

È la diretta conseguenza del fatto che, prima dell’entrata in vigore delle normative sull’amianto, questo minerale è stato largamente utilizzato per la produzione di eternit, tubazioni, tetti e canne fumarie, ma anche per la realizzazione oggetti di uso comune, come i guantoni da cucina.

Qualora necessario, le autorità possono intimare ai proprietari dei siti contaminati di effettuare la bonifica, pena sanzioni salate. Allo stesso tempo, le imprese che offrono un servizio di bonifica e rimozione amianto sono obbligate a possedere requisiti molto stringenti per garantire la protezione dei lavoratori e la tutela dell’ambiente.

Data l’ampia diffusione dell’amianto e dell’eternit nei decenni passati, numerosi edifici e strutture presenti sul territorio nazionale possono essere contaminati e non essere stati ancora mappati.

Saper riconoscere l’asbesto, non solo nelle sue forme più evidenti, ma anche in quelle meno distinguibili, è quindi essenziale per minimizzare i rischi legati all’esposizione alle fibre di asbesto e, qualora necessario, eseguire un intervento di bonifica.

Come riconoscere l’amianto? Osservando e ispezionando i manufatti, con un’attenzione particolare alla forma e al colore, e verificando l’anno di costruzione degli stessi, che se antecedente al 1992 può suggerire la presenza di amianto.

Eseguire in autonomia la manipolazione dei manufatti sospetti di contenere asbesto può essere pericoloso. Pertanto è consigliato rivolgersi a professionisti del settore, che possiedono le competenze necessarie e gli strumenti adeguati per effettuare ispezioni approfondite, prelevare campioni in sicurezza e condurre analisi di laboratorio che confermino o meno la presenza di amianto.

Se la rimozione dei materiali contaminati si rivela necessaria, affidarsi ad un’impresa specializzata, , ma soprattutto autorizzata dall’Albo Gestori Ambientali, iscritta nella Categoria 10, nella bonifica dell’amianto è la soluzione ideale per garantire la massima sicurezza nell’esecuzione dei lavori e tutelare sia gli operatori che l’ambiente circostante.

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