Quali sono le operazioni di smaltimento in D?

Quali sono le operazioni di smaltimento in D?

Le operazioni di smaltimento in D, o più genericamente lo smaltimento dei rifiuti, sono parte di un processo sempre più importante nella nostra società.

La gestione corretta dei rifiuti è, infatti, essenziale per preservare l’ambiente e la salute pubblica, garantendo la sicurezza e la protezione dell’ambiente. Essa deve basarsi su una serie di operazioni finalizzate a ridurre al minimo l’impatto ambientale e garantire il massimo grado di sicurezza per la salute umana.

Qui di seguito esploreremo in dettaglio quali sono le operazioni di smaltimento in D e come queste sono implementate nel contesto della gestione dei rifiuti.

Da D1 a D5

Come stabilito dal D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e smi, allegato B, parte IV, le seguenti corrispondono alle operazioni di smaltimento da D1 a D5:

  • D1, deposito sul o nel suolo (discarica);
  • D2, trattamento in ambiente terrestre, come la biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli;
  • D3, iniezioni in profondità, come nel caso di iniezioni dei rifiuti pompabili in pozzi, in cupole saline o faglie geologiche naturali;
  • D4, lagunaggio (ad esempio scarico di rifiuti liquidi o di fanghi in stagni, lagune o pozzi);
  • D5, messa in discarica provvista di alveoli stagni, separati, isolati gli uni dagli altri e dall’ambiente oppure ricoperti.

Soffermiamoci ora sul significato di ogni operazione.

Partiamo dal deposito al suolo, proprio dello smaltimento D1. Esso avviene tramite la creazione di discariche. I rifiuti vengono posizionati in aree specifiche, prevenendo la contaminazione delle risorse idriche, nel rispetto di regole rigide per proteggere l’ambiente, come l’impermeabilizzazione del rivestimento e la gestione dei gas prodotti dalla decomposizione dei rifiuti.

Lo smaltimento D2 consiste nel trattamento in ambiente terrestre, come ad esempio la biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli. Questo tipo di smaltimento prevede l’utilizzo di processi naturali o artificiali per la trasformazione del rifiuto in sostanza meno dannosa per l’ambiente. 

Con questa operazione, i rifiuti speciali vengono smaltiti grazie all’azione di microrganismi presenti nel terreno, che li degradano in sostanze semplici come acqua, anidride carbonica e composti minerali.

Il metodo di smaltimento D3 prevede l’iniezione dei rifiuti in profondità, ad esempio tramite pozzi, cupole saline o faglie geologiche naturali, allo scopo di separarli definitivamente dall’ambiente e impedirne il ritorno in superficie. L’operazione richiede l’utilizzo di tecniche e attrezzature specifiche per garantire la sicurezza dell’operazione e prevenire eventuali rischi per la salute umana e per l’ambiente.

Il lagunaggio, proprio delle operazioni di smaltimento D4, è una tecnica naturale di depurazione dei reflui provenienti da fonti civili e industriali, che prevede l’utilizzo di stagni di ossidazione chiamati anche lagune o stagni biologici, realizzati con diverse tecniche, come lo scavo nel terreno con eventuali impermeabilizzazioni in argilla o in materiale plastico. Al loro interno avvengono processi di ossidazione e fermentazione simili a quelli che si verificano in natura, che portano alla depurazione del refluo, che prima di essere qui convogliato, deve essere sottoposto a un pre-trattamento di grigliatura e disoleatura.

L’operazione di smaltimento D5, con la messa in discarica provvista di alveoli stagni, prevede la realizzazione di aree separate e isolate l’una dall’altra e dall’ambiente esterno. In queste vasche di contenimento vengono conferiti i rifiuti solidi, come l’amianto, poi ricoperti da uno strato di terra o di materiale inerte al fine di contenerli in modo sicuro ed efficace, riducendo il rischio di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee circostanti e prevenendo l’emissione di gas nocivi.

Da D6 a D10

Tra le varie operazioni di smaltimento sono incluse anche quelle da D6 a D10, ovvero:

  • D6, scarico dei rifiuti solidi nell’ambiente idrico eccetto l’immersione;
  • D7, immersione, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino;
  • D8, trattamento biologico, che dia origine a composti o a miscugli eliminabili secondo uno dei procedimenti da D1 a D12;
  • D9, trattamento fisico-chimico, che dia origine a composti o a miscugli eliminabili secondo uno dei procedimenti da D1 a D12;
  • D10, incenerimento a terra.

Anche in questo caso entriamo nel dettaglio delle singole operazioni per comprenderle meglio.

Lo smaltimento D6 e D7, ovvero lo scarico di rifiuti solidi nell’ambiente idrico e immersione, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino prevedono, naturalmente, l’adozione di procedure di smaltimento sicure ed eco-sostenibili, al fine di prevenire l’inquinamento ambientale e tutelare la salute pubblica.

Lo smaltimento del rifiuto D8 prevede il trattamento biologico, che consente di trasformare i materiali organici in composti o miscugli eliminabili utilizzando una delle operazioni di smaltimento previste dalla normativa. I rifiuti vengono sottoposti a un trattamento che favorisce la loro decomposizione da parte di microrganismi specifici, producendo un composto stabile e privo di rischi per l’ambiente.

Le operazioni di smaltimento D8 e D9 sono nettamente diverse: i processi biologici permettono di trasformare le sostanze nocive in prodotti innocui grazie all’azione di microrganismi, mentre i trattamenti chimico-fisici mirano a rimuovere le sostanze nocive dai rifiuti o a garantire la loro corretta eliminazione. In questo modo, i processi chimico-fisici separano i componenti in base alle loro proprietà fisiche o chimiche, mentre i processi biologici scompongono i materiali organici tramite microrganismi specifici.

Lo smaltimento del rifiuto D10 avviene tramite l’incenerimento a terra, ovvero la combustione in inceneritori. In quest’operazione, i rifiuti vengono trasformati in ceneri e gas che vengono trattati per ridurre l’impatto ambientale.

Da D11 a D15

Ecco infine le ultime operazioni di smaltimento, quelle che vanno da D11 a D15:

  • D11, incenerimento in mare;
  • D12, deposito permanente, come nel caso delle miniere;
  • D13, raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni da D1 a D12;
  • D14, ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni da D1 a D13;
  • D15, deposito preliminare prima di uno delle operazioni da D1 a D14 (escluso il deposito temporaneo nel luogo in cui sono prodotti).

Lo smaltimento D11, tramite incenerimento in mare, prevede la combustione su apposite piattaforme navali, le cosiddette navi-inceneritori, da cui, dopo essere stati trasformati in gas e ceneri mediante combustione, i rifiuti vengono dispersi nell’ambiente marino.

Lo smaltimento mediante deposito permanente (D12) è quello che interessa, per esempio, lo smaltimento dei rifiuti di miniera. I detriti minerali possono essere utilizzati per il riempimento della galleria della miniera, purché vengano fornite garanzie sull’identificazione e l’uso effettivo dei materiali impiegati.

Le operazioni di smaltimento D13 e D14 consistono in trattamenti preliminari di raggruppamento e ricondizionamento che precedono i trattamenti fisici, chimici e biologici.

I rifiuti vengono raggruppati in base alle caratteristiche e ricondizionati per garantirne la sicurezza durante il trasporto e lo stoccaggio. Dopodiché subiscono trattamenti specifici a seconda della loro natura e volti a ridurre la loro tossicità, voluminosità e pericolosità per l’ambiente e la salute pubblica.

Infine, il deposito preliminare (D15), che consiste in una forma eccezionale di deposito dei rifiuti nel luogo in cui sono prodotti, precede le operazioni di recupero e messa in riserva.

Naturalmente lo smaltimento deve essere affidato ad un’azienda specializzata e certificata come Selin, in grado di garantire il rispetto delle normative ambientali e la massima sicurezza per l’ambiente e la salute pubblica. Grazie alla competenza e all’esperienza del nostro staff, offriamo soluzioni personalizzate ed efficienti per il trattamento dei rifiuti, riducendo al minimo gli impatti negativi sull’ambiente.

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